Tiziano vecellio

Tiziano Vecellio e la pittura del 500

Come visto nella mostra dedicata a Brescia a questo straordinario pittore, opportunamente chiamata Tiziano e la pittura del Cinquecento, l’eredità di questo artista e della sua corrente artistica ha lasciato importantissime tracce nella cultura collettiva e nelle arti figurative che tuttora caratterizzano questo Paese, soprattutto sul piano stilistico ma anche per quanto riguarda i soggetti e la caratteristica di produrre quadri per certi versi misteriosi. Il numero di manifestazioni che tuttora vengono dedicate a questo maestro testimonia la sua importanza e la sua rilevanza. Una delle grandi aree di interesse della corrente di Tiziano è certamente quella della devozione privata. Proprio in questi momenti intimi Tiziano trova la sua massima espressione, scegliendo perciò di prediligere i piccoli attimi significativi rispetto alle ampie celebrazioni, che però non hanno la stessa forza dal punto di vista emotivo. Con questi precetti, Tiziano ha letteralmente rimodellato il panorama artistico e pittorico del 1500, influenzandolo e stabilendo alcuni standard che sarebbero stati ripresi dagli artisti a lui contemporanei e successivi.

Tiziano: vita e opere di un mito dell’arte italiana

Tiziano Vecellio nasce nella città italiana di Pieve di Cadore alla fine degli anni Ottanta del quindicesimo secolo. Il padre, Gregorio Vecellio, aveva diversi incarichi in giro per la città. Quando Tiziano era solo un adolescente, viene però mandato a studiare pittura nella città di Venezia sotto le ali protettive del grande maestro rinascimentale Giovanni Bellini. È proprio nella bottega di Bellini che Tiziano conosce molti pittori locali, in particolare Giorgio da Castelfranco, noto con il nome di Giorgione.

Dopo che Tiziano lascia la scuola di Bellini nel 1507, collabora con Giorgione a vari progetti. Sfortunatamente, molti degli affreschi di Tiziano e Giorgione a Venezia sono stati completamente distrutti a causa del maltempo. Durante questo periodo, apparentemente c’era una grande quantità di rivalità tra i due pittori, un’acredine che si intensifica nel momento in cui i locali iniziano a notare lievi differenze tra gli stili dei due artisti. Nei primi anni del Cinquecento, lo stile pittorico di Tiziano era ancora molto in debito con Giorgione, il che rende estremamente difficile per i critici d’arte attribuire chiaramente ad uno dei due artisti l’autorialità di un’opera.

Non è stato fino alla quindicina d’anni compresa tra il 1515 ed il 1530 che Tiziano è riuscito a stabilire il suo approccio unico al mondo, con dipinti quali Noli me tangere. A quel tempo, sia Giorgione che Bellini erano morti, il che rese immediatamente Tiziano l’artista più famoso di tutta Venezia, praticamente senza alcuna concorrenza. È a questo punto che Tiziano inizia a diventare più audace sia con la dimensione dei suoi dipinti che con le sue pennellate più aggressive. Durante questo periodo Tiziano produce forse la sua opera più celebre: l’Assunzione della Vergine. Completato in soli due anni, questa massiccia pala d’altare della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari è suddiviso in tre sezioni: gli apostoli a terra guardano verso la Vergine Maria centrale mentre gli angeli la sollevano verso Dio in alto. La dimensione e l’uso sorprendente dei colori cementano il nome di Tiziano per sempre a maestro dell’arte rinascimentale italiana.

Tiziano è noto in particolare per aver rotto con la convenzione di morbidi affreschi alla moda con artisti come facevano specialmente i Bellini. Invece, Tiziano preferiva i dipinti a olio su tela, come esempio è l’incoronazione di spine, e usava le pennellate e i colori per esprimere emozioni attraverso la pittura piuttosto che solo le scene rappresentate. Molte delle tele ad olio di Tiziano gocciolano con opulenza e sensualità tutte veneziane, grazie in gran parte alla sua abile descrizione della pelle umana. In effetti, la grande tradizione del nudo nella pittura ad olio occidentale mostra un evidente debito nei confronti di Tiziano.

Prendendo un solo esempio, lo scandaloso dipinto francese di Manet che ritrae una prostituta di Olimpia (datato 1863) è stato direttamente modellato sulla Venere di Urbino realizzato nel 1538 da Tiziano. Nonostante Tiziano Vecellio sia morto nel 1576, la sua importanza per l’arte occidentale non ha fatto che aumentare con il passare del tempo. Per menzionare solo alcuni degli artisti che devono moltissimo al lavoro di Tiziano basta ricordare i nomi di Rembrandt, El Greco e Peter Paul Rubens. Insieme a Bellini, Tintoretto e Giorgione, Tiziano rappresenta uno dei geni indiscussi dell’arte veneziana e del Cinquecento intero.

Gli altri pittori del Cinquecento: i fratelli Bellini

La coppia formata dai fratelli Bellini, Giovanni e Gentile, si inserisce in un contesto già particolarmente favorevole, ossia in un’importante famiglia di artisti. Il padre, Jacopo, infatti è uno dei fondatori dello stile pittorico rinascimentale a Venezia e in tutto il Nord Italia. In questo senso egli influenza in maniera significativa le prime opere realizzate dai suoi figli. Da notare anche il fatto Andrea Mantegna, artista di corte presso la famiglia nobile dei Gonzaga, era cognato di Giovanni e Gentile Bellini.
Giovanni nasce a Venezia nel 1430 e nel corso della vita diventa uno dei più influenti artisti veneziani. Nella città lagunare, Giovanni trascorre gran parte dei suoi giorni nel corso di una carriera durata oltre sessantacinque anni. Al giorno d’oggi è ricordato soprattutto per l’uso davvero innovativo della palette di colori ad olio al fine di veicolare luce e colore, nonché per i ritratti creativi e per l’attenzione ai dettagli che pone nel delineare il paesaggio.

Tintoretto, Veronese e l’eredità della grande scuola veneziana

Nato a Venezia nel 1518 Jacopo Comin, noto ai giorni nostri con il nome Tintoretto, rappresenta una figura immensa di quel che conosciamo come Rinascimento veneziano. Le opere di questo grande pittore si caratterizzano per la presenza di figure muscolose e importanti, scenografici gesti ricchi di dramma. L’uso audace della prospettiva richiama i successivi manierismi dei secoli che saranno, al contempo mantenendo i tipici colori e tratti luminosi che caratterizzano la scuola del Cinquecento ed in particolare del veneziano. Tintoretto infatti vive ed opera per la maggior parte della propria vita nell’area di Venezia, di fatto subendo in maniera profonda l’influenza del grande Tiziano. Dopo la morte di quest’ultimo è proprio Tintoretto a divenire, assieme a Paolo Veronese, che vedremo di seguito, uno dei principali pittori della città, nonché responsabile di un grande laboratorio per la formazione di giovani artisti. Nello specifico, a Tintoretto vengono affidate un discreto numero di commissioni per il Palazzo Ducale e per un ciclo speciale di dipinti da inserire nella Scuola di San Rocco.
Oltre a pittori come Tiziano e Tintoretto, il grande Paolo Veronese, originario di Verona dove nasce nel 1528, si impone definitivamente sulla scena veneta, portando a compimento quel miracolo pressoché irripetibile che sarà questo secolo per lo stile pittorico della regione settentrionale italiana. Proprio assieme a Tintoretto e Tiziano, si forma un trio che governa la pittura veneziana del secolo. In particolare, Paolo Veronese è noto per i dipinti sviluppati su grande formato di soggetti religiosi e mitologici, inserendo particolari effetti che fanno assomigliare il dipinto ad una scena teatrale. L’approccio alla composizione, molto influenzato da Tiziano, risulta quasi più armonioso di quello dei suoi contemporanei, di fatto avvicinandone la produzione al manierismo.


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